Settembre 16, 2023

Il gelato artigianale cresce: un’occasione da non perdere

Già nell’800 e nel ‘900 il gelato artigianale non solo esisteva, ma si moltiplicava in ogni Paese. A partire dagli anni ’70, numerosi e rilevanti cambiamenti hanno trasformato il nostro settore: mutamenti legati soprattutto al fenomeno della globalizzazione, alla diffusione delle nuove tecnologie nell’ambito dell’informatica e delle comunicazioni, oltre che, naturalmente, all’evoluzione dei consumi…

SPOSTARE LA DOMANDA DEI CONSUMATORI
Con riferimento al conseguente spostamento della domanda da parte dei consumatori, le offerte che ne sono scaturite sono nate a seguito di modifiche negli stili di vita, nei comportamenti d’acquisto, nell’esigenza di un ritorno alla natura unita a un crescente interesse per tradizione e spiritualità.

La ricerca del benessere psico-fisico, il progressivo spostamento verso modelli sobri e attivi di acquisto, sia dal punto di vista esperienziale che intellettuale (pensiamo allo sviluppo enorme che hanno avuto in questi ultimi anni le aziende di agriturismo, che sono state capaci di abbinare percorsi enogastronomici con mete di turismo spirituale e culturale) costituiscono l’affermazione di un nuovo modello di consumo, che è bene prendere in seria considerazione.

Se è vero, infatti, che la globalizzazione da un lato ha promosso la riduzione delle barriere spaziali, favorendo l’emergere di modelli di uniformazione e di massificazione, dall’altro ha anche sollecitato la riscoperta di ambiti sempre più locali, con la rivalutazione di contesti, prodotti tipici e figure professionali intrisi di storia e tradizione.

CRESCE L’INTERESSE NEI CONFRONTI DEI PRODOTTI LOCALI
I dati economici, seppur vittime di un periodo certamente difficile, esprimono una costante crescita d’interesse nei confronti dei prodotti locali; delle destinazioni meno note o non ancora inserire negli itinerari di massa; nei confronti degli artigiani, con la loro storia, le loro narrazioni di vita, i loro saperi sacri e profani, sinonimi di autenticità e unicità (non intaccate dalla modernità). Una cosa è certa: per il consumatore di oggi è autentico soprattutto ciò che rispecchia la cultura del suo luogo o del luogo ospitante, con la sottolineatura di tutto ciò che richiama la tradizione e la simbologia legata ad eventi, epoche o stili di vita del passato. Pensiamo alle continue richieste che riceviamo quotidianamente da consumatori sempre più informati, richieste che ambiscono a conoscere, ad esempio, la provenienza di quella nocciola, piuttosto che di quel pistacchio, e così via…

ECCO I PRODOTTI INTERATTIVI

E che dire, poi, della non meno importante esplosione della domanda relativa a prodotti interattivi: prodotti capaci di condensare forme d’altri tempi, indimenticabili, ma che a differenza del passato, siano al contempo personalizza- bili, con l’inserzione di elementi di trasformazione e di crescita sia del prodotto stesso che del consumatore (che viene coinvolto attivamente nella costruzione e nel confezionamento di un suo desiderio). I clienti odierni chiedono sempre più frequentemente esperienze creative, che siano innovative, ma autentiche e che li avvicinino alle culture dei luoghi in cui vivono o che vanno a visitare.

I clienti di oggi cercano dal mercato prodotti capaci di maggior coinvolgimento, dove a essere stimolato è soprattutto il lato emotivo e sensoriale di chi li fruisce. La risposta da dare all’evoluzione della domanda di chi produce semilavorati per gelateria, così come termoscatole, coni e accessori di complemento non può che essere eterogenea e aperta al confronto.

SPECIALIZZARSI SEMPRE

Mentre in passato la tensione era replicare quasi uno stesso modello, offrendo caratteristiche standardizzate, è indubbio che in questo nuovo scenario sia necessario specializzarsi sempre più per attrarre a sé specifici segmenti di mercato, attraverso strategie di marketing che devono coinvolgere elementi anche socio-culturali legati agli stili di vita, alle peculiarità dei luoghi, ecc… Mentre scrivo, non posso che pensare agli innumerevoli vizi che caratterizzano il nostro settore, penalizzato sia da un sistema dallo scarso orientamento strategico verso il mercato del piccolo artigiano sia dalla poca cooperazione fra i produttori del settore, che anziché confrontarsi secondo una logica di crescita complessiva, definendo insieme linee guida a cui riferirsi, seppur marginalmente, continuano a promuovere politiche individuali, lasciando varchi enormi alla grande industria dell’ice cream e a certe catene di gelaterie che “ben poco hanno a che vedere con il gelato artigianale”.

PRODURRE MACCHINARI, MATERIE PRIME
E SEMILAVORATI…
A fronte di simili cambiamenti, ritengo che una più attenta politica di confronto e di condivisione degli obiettivi da parte di chi produce macchinari, semilavorati e materie prime, affiancata da stimolanti tavoli di confronto costituiti da coloro che interpretano i prodotti, i gelatieri, non potrebbe che giovare a noi tutti.

LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE
DEL GELATO ARTIGIANALE
Se è vero che l’immagine ha un ruolo strategico, poiché contribuisce alla formazione delle preferenze dei potenziali acquirenti consumatori e influisce sulla qualità percepita dal pubblico, come possiamo pensare di portare il settore del gelato artigianale tutto (oggi fortemente frammentato e poco incline a promuovere dialoghi), a confrontarsi numericamente con quello dell’ice cream (da sempre unito e detentore di un monopolio)?

Il processo di formazione dell’immagine, tra l’altro, è fortemente influenzato da numerosi fattori che influiscono sulla formazione delle percezioni e sulle valutazioni da parte dei consumatori. Perché l’immagine del gelato artigianale italiano sia efficace, essa dovrebbe essere coerente con un’identità comune: noi cosa faremo? E’ questa un’occasione da non perdere.

di Arnaldo Minetti

Articolo apparso sulla rivista “Gelato Artigianale” n. 366 di Settembre 2023.

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