Febbraio 1, 2024

Una lezione di vita, Ezio Marinato si racconta

di Luciana Polliotti

Lui, Ezio, con le sorelle Annalisa e Ornella, rappresentano la terza generazione titolare del panificio che da 100 anni sforna il pane quotidiano alla popolazione di Cinto Caomaggiore, 3128 abitanti nel 2022, provincia di Venezia. La mamma Andreina e, fino due anni fa, anche il papà Franco sono stati probabilmente i collanti, gli esempi, cui si sono ispirati tutti i membri della famiglia Marinato. L’unità di quel nucleo è la forza che ha consentito a Ezio di studiare e lavorare, frequentare i corsi più prestigiosi, innalzare la sua cultura fino a diventare il maestro che è oggi. E proprio da quella qualità di rapporti, egli ha basato il suo matrimonio con una bella e intelligente infermiera, Monica con cui hanno voluto tre figlioli.

Se queste sono le basi della carriera di un maestro, vediamone gli sviluppi. Premessa: in tutti gli anni che descriveremo più avanti, la costante di Ezio è stata il lavoro in panificio a fianco della sua famiglia.

“Ho iniziato fin da piccolo a lavorare in panificio, racconta, anche durante il periodo in cui ho frequentato la scuola professionale di Cividale del Friuli”. La scuola è il luogo in cui Ezio ha capito che la cultura è fondamentale per il progresso della persona, del lavoro, delle relazioni umane. A scuola conosce anche altre realtà oltre al pane, che lo incuriosiscono come il cioccolato, il marzapane, il lavoro con l’aerografo, il pane artistico, ecc. Così egli inizia a informarsi per continuare, dopo il diploma, ad ampliare la sua formazione; si iscrive a numerosi corsi, che frequenta con assiduità. Ad esempio, ricorda: “ho imparato la decorazione delle uova pasquali dal maestro Guido Bellissima a Torino”.

E all’età di 26 anni, Ezio approda al Richemont Club, l’eccellenza tra le scuole di panificazione, dove la sua voglia di imparare viene ampiamente soddisfatta.

Torino, Milano e poi il ritorno in panificio e poi nuovamente le partenze… “Ma quando dormivi?” e risponde: “3 o 4 ore per notte.” Per tanti anni Ezio ha dormito quando e dove poteva, ma spesso saltava anche quelle poche ore per non mancare ai suoi doveri.

Ecco, il segreto: Ezio non ha mai fatto mancare la sua presenza né in famiglia né in azienda, non ha sacrificato le ore di lavoro in panificio per lo studio. Ha sacrificato invece le ore di sonno, affinché tutti quanti risentissero meno possibile le sue assenze.

“E tua moglie?” chiedo. “Mia moglie Monica è una donna eccezionale, che ama il suo lavoro di infermiera. Ha preferito avere accanto un uomo realizzato piuttosto che un uomo frustrato, insoddisfatto. Anche a costo di sacrifici enormi. E io gliene sono profondamente grato”.

“Poi?” chiedo. “Poi ho iniziato le sfide, soprattutto con me stesso. Mi sentivo pronto. Ho deciso di partecipare alle selezioni dei concorsi più interessanti e importanti.”

Nel 2002, Ezio supera le selezioni, si allena presso la CastAlimenti di Brescia (senza mai abbandonare il lavoro in panificio) e vince il Campionato a squadre di Panificazione a Bulle in Svizzera: specialità: pane, decorazione lievitati e sfogliati dolci. La soddisfazione è enorme e tutta la famiglia partecipa alla sua gioia. Marinato inizia a tenere i primi corsi, perché quella vittoria gli ha dato sicurezza sufficiente in sé stesso e gli ha aperto le prime porte.

Il grande salto però avviene nel 2007 quando, assieme con Simone Rodolfi, si aggiudica il primo premio e diventa Campione del Mondo al  MONDIAL DU PAIN organizzato a Lione. Ezio e Simone si aggiudicano il primo posto su tutte le specialità richieste che spaziavano dalla baguette (che più francese non si può), al pane, gusto e qualità nutrizionali valutati da una giuria di storici dell’alimentazione e nutrizionisti, sfogliati, lievitati e pane artistico.

“Dopo questa vittoria” continua Ezio “professionalmente si sono aperti i portoni: hanno iniziato a chiamarmi per tenere corsi, le aziende del settore a chiedere consulenze. Ma sa una cosa? Non mi sono mai montato la testa. Ho sempre volato basso”.

Forse perché a Ezio quelle vittorie sono costate tanti sacrifici, ma anche perché consapevole che i sacrifici non sono solo costati a lui, ma a tutta la sua famiglia che lo ha assecondato nelle scelte, sostenuto e mai lasciato solo. “Per 15 anni ho dormito 4-5 ore, non importava se di giorno o di notte, a volte neanche quelle, ma non ho mai consentito che i rapporti con la mia famiglia di origine e quella nuova che mi sono costruito, si sfilacciassero. Tornavo sempre da loro, al mio lavoro in panificio, da mia moglie e dai miei figli”.

C’è tanto amore nelle sue parole. Le vittorie di Ezio sono consapevolmente collettive, vittorie non dell’ IO, ma del NOI: ecco perché hanno un valore inestimabile.

Ed ecco perché ho intitolato la storia di Ezio, “Una storia di vita”; perché alla base della sua indiscutibile professionalità c’è una grande umanità e consapevolezza, che di questi tempi non sono scontate e che vanno divulgate.

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